Il successo dell’Email

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50 anni di email - 2 MIN. DI LETTURA

Aggiornato: November 2021
Fabio Masini

CTO

Abbiamo capito che l’Email ha un’origine antica, ma come è possibile che una invenzione così semplice sia riuscita a sopravvivere sino ad oggi, superando la corsa continua all’ultimo hype tecnologico, alla vita connessa e persino alle severe normative privacy?

L’email è uno strumento che ha cambiato il modo di comunicare al pari di veramente poche altre invenzioni nella storia tecnologica dell’umanità.

Non a caso larga parte dei servizi online che utilizziamo ci identifica proprio attraverso un indirizzo email.
Allo stesso modo le logiche di recupero credenziali o di conferma di un’operazione dispositiva la vedono ancora molto spesso
tra i canali privilegiati.

Eppure l’email è nata in un contesto tecnologico e sociale completamente diverso da quello attuale.

Proviamo quindi a capire le ragioni del suo successo.

Sicuramente la semplicità di utilizzo ha giocato un ruolo fondamentale:

  • per spedire e ricevere un’email è sufficiente utilizzare un client (un’app mobile, un webmail o un applicazione desktop);
  • la composizione di un’email richiede pochissime informazioni: il mittente (normalmente preconfigurato), il destinatario (anch’esso spesso memorizzato in una rubrica), un messaggio tipicamente composto da un oggetto e un corpo.

Altro elemento interessante è sicuramente la sua flessibilità:

  • è possibile spedire email in formato testuale, con o senza allegati, in formato HTML (raggiungendo l’espressività di un documento formattato e oltre), oggi anche in formato dinamico (AMP4Email);
  • l’email può essere normalmente letta su device con caratteristiche molto diverse: dallo schermo di un pc allo schermo miniaturizzato di uno smartphone, oggi anche in “dark mode”.

Altre caratteristiche, innovative sin dal momento della sua nascita:

  • l’asincronicità della comunicazione; a differenza di altri mezzi come il telefono, non è necessario che i due utenti comunichino nello stesso istante (e questo significa spesso non disturbare);
  • la possibilità di conservare facilmente la cronistoria dei messaggi scambiati, per eventuali consultazioni future.

Sicuramente anche l’evoluzione e la diffusione di Internet in ambito domestico ha favorito la sua diffusione, anche perché tipicamente connettività per la navigazione web e servizi di posta elettronica sono cresciuti in simbiosi. Già nei primi anni 2000 gli ISP (Internet Service Provider) offrivano pacchetti tutto incluso “connettività & casella email”.

Oggi si stimano oltre 4 miliardi di utenti con almeno una casella di posta, con la previsione di arrivare a 4.6 miliardi nel 2025 (fonte: https://www.statista.com/statistics/255080/number-of-e-mail-users-worldwide/).

L’attivazione di una casella di posta è spesso considerata anche uno strumento abilitante ad accedere a utili fonti di informazione, tipicamente abilitate attraverso una logica di opt-in: l’utente decide a quali servizi iscriversi con il proprio indirizzo email (es. le classiche newsletter) e sa di poter interrompere l’iscrizione in qualunque momento e in modo semplice (es. attraverso il classico link di disiscrizione).

Tutto questo evidentemente giustifica l’impressionante volume di messaggi email inviate nel mondo: circa 300 miliardi al giorno in crescita (fonte: https://www.statista.com/statistics/456500/daily-number-of-e-mails-worldwide/). Per comprendere in modo più concreto di che numeri stiamo parlando, potremmo pensare che ogni volta che respiriamo è come se inviassimo un’email a un quarto della popolazione italiana.

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